14 febbraio 2020
Una struttura dedicata ai bambini da 0 a 12 anni, nella quale vengono forniti beni essenziali ed erogati servizi come aiuto a fare i compiti, laboratori didattici, ludoteca, momenti di festa, consulenze pediatriche. È quanto accade da 3 anni e mezzo all’Emporio Bimbi di Terni, promosso dalla Società San Vincenzo de’ Paoli, che ha lo scopo di integrare e includere i bambini più svantaggiati. «La situazione di degrado psico-fisico e culturale del territorio ternano — spiega Antonella Catanzani, coordinatrice regionale della San Vincenzo di Lazio e Umbria — è causa di discriminazioni a scuola e nella società in genere, sempre più materialista e attenta alle apparenze. Alle famiglie straniere si affiancano le giovani famiglie italiane in difficoltà per la perdita di lavoro e quindi, per il senso di frustrazione che ne deriva». In queste nuove situazioni di povertà per i figli è facile perdersi perché si sentono discriminati e non accettati per quel poco che hanno. Partendo dal presupposto che i bambini sono vittime incolpevoli della crisi, «l’Emporio Bimbi cerca di mettere in atto azioni idonee ad attenuare le differenze sociali e culturali per evitare discriminazione ed emarginazione. Si cerca di dare a tutti — spiega — gli strumenti per esprimere le proprie potenzialità e sentirsi così soggetti che, avendo pari opportunità, possono essere accolti e considerati solo per la loro unicità e valore».
Il progetto interessa 334 bambini appartenenti a poco più di 200 famiglie di 31 diverse nazionalità. Sono persone che vivono in condizioni di difficoltà economica o esistenziale, famiglie straniere non integrate nel territorio, e italiane che si sentono escluse in una società che emargina chi non ha i mezzi per sostenere l’alto tenore proposto come modello di vita per la felicità.
Tra gli obiettivi della struttura vincenziana vi è quello di garantire i beni essenziali per una vita dignitosa mediante la loro distribuzione diretta. «Come punto di partenza l’Emporio serve a fornire quei beni essenziali che spesso mancano nelle case: dagli alimentari ai pannolini, al materiale scolastico ai prodotti per l’igiene personale».
In totale l’Emporio ha 6 sezioni: alimentari, igiene personale, materiale scolastico, abbigliamento, giocattoli, attrezzature per prima infanzia. «La distribuzione — ricorda la coordinatrice regionale — è il punto di partenza per creare un primo approccio con le persone ed è fatta con lo stile che caratterizza il vincenziano: ascolto, comprensione, condivisione ma non è l’attività principale come si evince anche dagli arredi della struttura. Non magazzini con fredde scaffalature metalliche, ma spazi molto colorati che indicano i diversi settori merceologici». I beni sono collocati in mobili che ricordano le camerette dei bambini, questo per dare il calore della famiglia e della casa e per mortificare il meno possibile la dignità degli utenti che invece devono sentirsi come nel migliore negozio della città. A Terni i vincenziani sono impegnati nella lotta alla dispersione scolastica attraverso il servizio di doposcuola, facendo acquisire alle mamme straniere la padronanza della lingua italiana per meglio interagire nelle vicende della vita dei figli.
Punto di forza dell’attività dell’Emporio sono i laboratori creativi e didattici: espressivo, di narrazione, movimento, arte e manipolazione, educazione affettiva, animazione musicale, danza, teatro e laboratori linguistici. L’obiettivo è quello di creare una situazione di stimolo per esprimere e raccontare, rielaborare i propri vissuti attraverso la creatività, per scoprire le proprie potenzialità e acquisire sicurezza. «In sintesi — sottolinea Catanzani — si cerca di dare ai frequentatori dell’Emporio le stesse opportunità dei loro compagni di scuola, offrendo gratuitamente le attività che gli altri affrontano sostenendo notevoli costi e mantenendo lo stesso livello di qualità». Inoltre, i volontari si prodigano a combattere l’isolamento e la solitudine dei bambini attraverso eventi di festa che favoriscono l’integrazione e l’amicizia. In che modo? Creando occasioni di incontro tra le diverse culture e condizioni sociali. Il momento più alto è la festa dell’Epifania che vede la partecipazione di circa 500 persone tra volontari, assistiti e benefattori. «In questi momenti, oltre che nel servizio giornaliero, consideriamo preziosa la presenza dei figli dei volontari che sono i “facilitatori” dei rapporti con i bambini che frequentano l’emporio. Si cerca anche di coinvolgere i ragazzi delle classi di catechismo e i figli dei benefattori per creare la consapevolezza che esistono realtà diverse da quelle che si vivono quotidianamente che vanno rispettate e condivise. I bambini in visita all’emporio con i genitori — spiega Antonella Catanzani — ascoltano la storia della San Vincenzo, le testimonianze degli assistiti e si coinvolgono nella carità. Si crea così una larga rete di aiuti incentivando anche la raccolta dell’usato per diffondere la cultura del riciclo e della lotta agli sprechi». Intorno all’Emporio Bimbi si è creato un grande fermento, sia all’interno che all’esterno della struttura, e nei tre anni e mezzo di apertura diverse sono state le ricadute positive: i contatti con le scuole per incentivare iniziative di accumulo di materiale, le iniziative per raccolta fondi hanno fatto sì che in città crescesse la conoscenza sia dell’Emporio che della San Vincenzo de’ Paoli in generale. Vedere il tipo di attività e il modo di relazionarsi con gli assistiti e avere occasione di conoscere da vicino il fenomeno povertà ha fatto sì che cambiasse la mentalità degli abitanti della zona: da un’iniziale diffidenza a un’apertura e disponibilità a collaborare magari solo passando per offrire qualcosa. La scelta di inserire nell’attività i figli dei volontari con un ruolo attivo e propositivo ha fatto nascere in alcuni di loro, su impulso del presidente nazionale, Antonio Gianfico, la volontà di dare vita a una mini conferenza fatta solo di bambini, unica in Italia, che vive a pieno il carisma della San Vincenzo: riunioni periodiche, visita nelle case delle famiglie con figli piccoli, agli anziani e malati, iniziative di solidarietà e integrazione presso l’Emporio, dove questi ragazzi sono i veri protagonisti di un percorso di condivisione, familiarità e amicizia. Una carità da bambino a bambino che lascia intravedere che è ancora possibile un futuro di accoglienza e di pace.
di Francesco Ricupero
Legislatura: 17
Seduta di annuncio: 487 del 22/09/2015
Primo firmatario: CARRESCIA PIERGIORGIO
Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO
Data firma: 22/09/2015
Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 22/09/2015 Resoconto COSTA ENRICO VICE MINISTRO GIUSTIZIA
ACCOLTO COME RACCOMANDAZIONE IL 22/09/2015
PARERE GOVERNO IL 22/09/2015
RINUNCIA ALLA VOTAZIONE IL 22/09/2015
CONCLUSO IL 22/09/2015
La Camera,
premesso che:
il Governo è delegato ad adottare decreti legislativi per la riforma della disciplina del processo penale e dell'ordinamento penitenziario;
in particolare, per la riforma dell'ordinamento penitenziario sono individuati dalla legge specifici criteri direttivi per il riconoscimento del diritto all'affettività delle persone
detenute ed internate e delle condizioni generali per il suo esercizio;
l'obiettivo della delega è evidentemente e giustamente quello di garantire il mantenimento delle relazioni affettive familiari delle persone detenute, rapporti che non riguardano solo
quello fra coniugi o conviventi ma anche quello con i figli;
per favorire ulteriormente i legami con la famiglia e tutelare il diritto alla affettività è auspicabile perciò una maggiore flessibilità degli orari di accesso al carcere anche
utilizzando i giorni festivi e le domeniche per i colloqui fra detenuto/a ed i figli minorenni, scolari o studenti, altrimenti costretti ad interrompere giornate di scuola, in
situazioni tra l'altro spesso di marginalità sociale;
è anche opportuno l'adeguamento delle strutture penitenziarie rimuovendo quegli ostacoli, di natura logistica o regolamentare, che si frappongono ad una più completa fruizione della
genitorialità,
impegna il Governo
nell'esercizio della delega, a porre particolare cura agli obiettivi di migliorare e ristabilire le relazioni dei reclusi con le famiglie ed a garantire ai minori, figli di detenuti,
che frequentano con regolarità la scuola che le visite ai loro familiari reclusi non collidano con il diritto allo studio e alla frequenza scolastica ed anche che in tutti gli
Istituti penitenziari sia garantita un'idonea logistica per gli incontri.
9/2798-A/2. Carrescia.
EUROVOC (Classificazione automatica provvisoria, in attesa di revisione):frequenza scolastica
diritto penitenziario
stabilimento penitenziario