Cattiva salute, fisica e mentale. Ecco cosa succede agli adolescenti in carcere

Il Sole 24 Ore, 21 febbraio 2020

 

Gli adolescenti detenuti all'interno del sistema giudiziario penale sono colpiti da complessi problemi di salute, comportamenti a rischio per la salute e alti tassi di morte prematura. La rivista medica The Lancet ha reso nota la prima sintesi mai condotta di tutti gli studi pubblicati a livello globale sulla salute degli adolescenti con meno di vent'anni detenuti tra il 1980 e il 2018.

Un campione di studi molto eterogeneo, sia geograficamente che temporalmente, ma che sottolinea una tendenza importante: gli adolescenti detenuti sperimentano comunemente cattive condizioni di salute, sia fisica che mentale, non solo in detenzione, ma prima, nel corso della loro vita. Presentano tassi maggiori di trauma cranico infantile, di disturbo da sindrome feto-alcolica, difficoltà nello sviluppo del linguaggio, maggiori tassi di deficit dell'attenzione. Tutti aspetti che i sistemi sanitari sociali e scolastici possono intercettare.

Un risultato è che complessivamente, la prevalenza del comportamento suicidario è risultata marcatamente più alta tra gli adolescenti detenuti che tra gli adolescenti nella popolazione generale. Inoltre il rischio di suicidio in seguito al rilascio dalla detenzione è stimato da due a nove volte superiore a quello del loro coetanei corrispondenti all'età e al sesso. Va sottolineato che la maggior parte degli studi esaminati riguardava paesi ad alto reddito, in particolare gli Stati Uniti.

La salute mentale - Quasi tutti i lavori rilevano livelli di salute mentale peggiore fra i giovani detenuti. Una revisione americana ha riferito che il 66,8% dei maschi e l'81% delle femmine adolescenti soddisfacevano i criteri diagnostici per almeno un disturbo mentale, come depressione, disturbi comportamentali e abuso di sostanze. La prevalenza di qualsiasi disturbo d'ansia negli adolescenti detenuti variava dal 3 al 4% al 31,5% per i maschi e dal 20,9% al 59% nelle femmine. La prevalenza di disturbo post traumatico da stress variava dallo 0% al 53% per i maschi e dal 13% al 65,1% per le femmine.

Disabilità nello sviluppo neurologico e traumi cerebrali - 58 pubblicazioni, fra cui 45 riferite a paesi ad alto reddito sottolineano che la prevalenza di varie disabilità dello sviluppo neurologico tra gli adolescenti detenuti è superiore a quella tra i loro coetanei non detenuti.

Le percentuali di difficoltà di apprendimento riportate tra gli adolescenti detenuti variavano infatti dal 10% al 32%. Diverse evidenze suggeriscono inoltre che la maggior parte degli adolescenti detenuti ha avuto qualche forma di difficoltà con il linguaggio che ha influenzato significativamente il loro funzionamento quotidiano. Anche esperienze di trauma cranico sono comuni tra gli adolescenti finiti in galera. Una recente revisione ha suggerito che il 32-50% degli adolescenti detenuti aveva avuto una lesione cerebrale traumatica che ha provocato perdita di coscienza durante l'infanzia, rispetto al 5-24% degli adolescenti nella popolazione generale.

Nota bene: si riporta il range di % perché non sarebbe corretto fare una media fra valori ottenuti da studi diversi, condotti su campioni diversi con metodi diversi.

Deficit di attenzione - I tassi di disturbo da deficit di attenzione e iperattività (Adhd) nella popolazione generale di bambini e adolescenti sono stimati rispettivamente tra il 3% e il 9%, con una prevalenza nei maschi di circa quattro volte superiore a quella tra le femmine. Fra i giovani e le giovani detenuti invece la prevalenza di Adhd balza a una media del 20,2% per i maschi al 26,7% per le femmine.

Un elemento importante è che molti adolescenti sottoutilizzano l'assistenza primaria e preventiva presente nella propria comunità già prima della detenzione. La prigione spesso diventa per questi ragazzi vulnerabili l'unica opportunità di accesso al servizio, sia come diagnosi, che come promozione della salute, educazione alla gestione delle malattie. Il problema è - appunto - che questi servizi non adempiono adeguatamente al loro compito. "Sono necessari urgenti sforzi mirati e basati sull'evidenza per affrontare i determinanti sanitari e sociali della detenzione degli adolescenti e fornire assistenza sanitaria tempestiva a questa popolazione altamente emarginata" concludono gli autori.

Campania. Progetto sulla genitorialità rivolto alle detenute

L'impotenza di chi abita il carcere, soprattutto se ad essa si accompagna un momento disperato e drammatico come quello di sentirsi lontano dai propri affetti, può essere un passo fondamentale per chi, al contempo, la trasforma in un valido motivo di riscatto.

Fiore all'occhiello è stato proprio il progetto sulla genitorialità, a cui, io stessa come criminologa, ho partecipato, promosso dall'Associazione "Città della Gioia" che, assieme al Garante dei detenuti della Regione Campania, ha dato l'opportunità a tre Istituti penitenziari, sezione femminile di Bellizzi Irpino, Pozzuoli e Salerno, di valorizzare il concetto di genitorialità nel suo significato più profondo: crescere come persona in qualità di genitore, poter migliorare le relazioni con i propri figli, accettare una situazione familiare particolare, riconoscere l'affettività come diritto della persona detenuta, sono stati i principi per i quali noi tutti abbiamo creduto e combattuto.

In tal senso, ci siamo adoperati a dare alle detenute gli strumenti necessari per attenuare, almeno in parte, l'impatto con la vita detentiva. È stata l'occasione per abbracciare le loro debolezze, per ascoltare il loro cuore, per guardare il loro volto malinconico e lontano dalla speranza di chi, da quel volto, ne vorrebbe trarre un po' di gioia e di chi, in realtà, vorrebbe essere ancora mamma, figlia, sorella, compagna.

Dopo una fase preliminare di conoscenza, si è passati ad una fase operativa che ha permesso di avvicinarci al tema della genitorialità. La proiezione di film, cortometraggi, la lettura di libri, di testi di canzoni, iniziative teatrali, hanno permesso alle detenute di trovare il modo di affrontare domande riguardanti la realtà complessa in cui vivono ovvero "chi siamo"? "Cosa siamo diventate"?, "Dove andremo a finire"? "Ma soprattutto perché, da detenuta, non riesco a trovare il modo più adatto per spiegare il mio ruolo di madre o figlia"?

A tale proposito mi sono chiesta, in che modo, il carcere devasta le relazioni innescando sensi di colpa, turbinio di emozioni contrastanti, assenza di ruoli. Ma soprattutto qual è la strada più idonea da mettere a disposizione di chi vive un momento delicato come la detenzione. In linea teorica, sebbene l'ordinamento penitenziario tuteli l'affettività e i rapporti familiari, tuttavia nelle pratica, non è di facile attuazione: Le relazioni vengono vissute quasi in senso negativo come mancanza, perdita, dove niente dipende più da chi è carcerato ma da chi, al contrario, rappresenta un'autorità onnipotente e, forse, quasi invisibile.

Molto spesso sia gli uomini che le donne, se non hanno commesso reati in famiglia, vengono privati della possibilità di mantenere un legame con i figli. Se pensiamo agli stessi familiari che non li portano a colloquio solo perché il proprio papà o la propria mamma sono in carcere fingendo, casomai, che siano lontano per lavoro. Eppure non dimentichiamo che, anche se sono persone recluse, mantengono il diritto alla genitorialità e all'affettività.

Ed è proprio da questa complessità di relazioni, aggravate dalla stessa detenzione, che il progetto ha sostenuto e favorito tale diritto, un diritto che, nel caso di specie, ha subito conseguenze devastanti e sofferte soprattutto per quelle detenute che non vedono i propri figli da mesi o addirittura anni.

È il caso di R. che, al suo grido disperato di voler vedere e riabbracciare la sua bambina di 7 anni che si trova in casa famiglia, si è cercato di dare supporto e sostegno al suo ruolo di madre; o il caso di detenute dove l'essere madre si manifestava nel mostrare foto dei propri bambini o nel considerare il figlio come un essere bisognoso di cure e, in quanto tale, affidato ai nonni, sorelle o ai papà se, questi ultimi non erano, a loro volta, rinchiusi in carcere. O il caso di A. che come figlia ha messo a nudo, senza vergogna ma con coraggio le sue emozioni, quelle che, con le parole, sono diventate in una lettera un esempio di vita non solo per chi è in carcere, ma anche uno spunto di riflessione per chi, quel contesto, non l'ha mai vissuto.

A tale proposito ho voluto riportarla qui con grande orgoglio! "Qui nessuno si conosce, ma la strada, le storie sono sempre le stesse, nessuno è più lontano, niente è impossibile, niente e mai nessuno ci fermerà. La strada è la stessa, le stesse illusioni, le stesse emozioni, le stesse occasioni, nessuno è diverso, qui siamo tutti uguali. C'è chi ha troppo e chi non ha nulla, chi ha una stella, chi un cielo nero, chi può parlare, chi deve solo ascoltare, chi ha una strada e chi cammina sui sassi, c'è chi è bianco e nero, c'è chi si trasforma come me per esigenza, c'è chi cerca sempre la speranza, qui nessuno si conosce, ma la musica, i fatti, le storie, la sofferenza, il patimento sono gli stessi.

Non è per niente facile restare in bilico e né è facile sognare... nessuno è diverso, siamo tutti uguali, non è per niente facile restare stabile, nessuno è distinto siamo tutti uguali, identici e niente e nessuno ci fermerà. Non è per niente facile restare in equilibrio, nessuno è più diverso, siamo tutti identici, uniformi, coerenti, nemmeno più l'Africa è lontana, e il vuoto di chi è solo si riempirà. Questo posto così oscuro per chi non lo conosce, mette i brividi... tu carcere pensi che ti sia tutto concesso, ma ti sbagli, non capisci che sai solo uccidere. Tu carceriere del mio corpo, ma mai e quando dico mai, mai del mio io, tu qui ci rimarrai a vita mentre noi siamo solo di passaggio".

Quanto, quindi, è necessario favorire i legami all'interno di un carcere soprattutto se, gli stessi, costituiscono un fattore fondamentale nella vita del detenuto. Il duro regime carcerario, la sottocultura carceraria, la difficoltà per il detenuto di sviluppare la propria autonomia sempre in contrasto con l'ambiente carcerario, sono fattori che, di certo, non favoriscono l'attuazione concreta di programmi rivolti, non solo ai bisogni dei detenuti ma anche a tutte quelle persone coinvolte, come ad esempio la famiglia.

Proprio per questo, è necessario una giustizia che, nella pratica, metta in atto una serie di interventi utili al cambiamento della vita di ognuno di loro, un cambiamento finalizzato alla riflessione della propria dimensione genitoriale attraverso maggiori incontri individuali con i propri figli, attraverso incontri volti alla formazione personale sia del detenuto/genitore che del proprio figlio, attraverso maggiori contatti con il mondo esterno. È necessario, altresì, non impedire la comunicazione e la relazione con il genitore recluso che potrebbe comunque sviluppare, attraverso adeguati interventi, una buona capacità genitoriale, senza che il carcere diventi così un luogo devastante non solo per chi è dentro ma anche per chi è fuori innescando sentimenti di abbandono per chi è figlio e sentimenti di rabbia e colpevolezza per chi è detenuto.

Ecco perché valorizzare i legami personali all'interno del carcere, attribuisce valore al percorso di recupero, un percorso fondamentale per chi vuole reinserirsi in modo responsabile nella società. Non dimentichiamo gli artt. 29 e 31 della Costituzione, che tutelano i rapporti parentali e le relazioni affettive salvaguardando i rapporti familiari e i doveri del genitore, così come l'art. 28 dell'Ordinamento Penitenziario secondo cui " particolare cura è dedicata a mantenere, migliorare o ristabilire le relazioni dei detenuti con le famiglie".

Dalla mia esperienza come criminologa, concludo nel considerare che, ogni progetto in carcere ha una sua utilità nei confronti non solo di chi crede nel recupero, nella reintegrazione sociale e nella prevenzione della recidiva, ma anche di chi si impegna a creare un ambiente che possa accogliere adeguatamente la vita intramuraria di ogni detenuto preservando soprattutto il mantenimento delle relazioni familiari.

 

Download
ABSTRACT RELAZIONI CONVEGNO ANCONA - 27 E 28 MAGGIO 2016
relatori . Prof. Glauco Giostra - Dott.ssa Silvia Cecchi - Dott. Donato Antonio Telesca -Prof.ssa Gabriella Ceravolo - Prof.ssa Lina Caraceni. A breve sul sito del Garante verranno pubblicati gli atti del Convegno
abstract relazioni convegno.pdf
Documento Adobe Acrobat 3.8 MB
Download
brochure convegno nazionale sulla situzione detentiva in Itaia Loreto 7 - 8 settembre 2011
invito garante definitivo_v3.pdf
Documento Adobe Acrobat 2.2 MB
Download
Relazione del Prof. Tanoni Garante Regionale dei Diritti dei detenuti della Regione Marche, in occasione dell'incontro interregionale dei Garanti - Ancona 30 Gennaio 2015
136_Italo Tanoni - stato arte Istituti.p
Documento Adobe Acrobat 1.4 MB
Download
Relazione sugli istituti penali della Regione Marche da parte dell'Ombudsman Regionale - Garante dei diritti dei detenuti Prof: Tanoni per l'anno 2010
Relazione sulle carceri definitiva.pdf
Documento Adobe Acrobat 1.8 MB

Download
Incontro sulla situazione socio sanitaria negli istituti penali della Regione Marche - Ancona 5 Ottobre 2011
incontro del 05.10.ppt.pps
Presentazione Microsoft Power Point 152.5 KB


Download
rassegna stampa
su suicidi e morti "da accertare" negli istituti penali della regione marche dal 2002 al 2011
rassegna stampa.doc
Documento Microsoft Word 60.5 KB
Download
incontro sulla situazione socio sanitaria ancona 1 marzo 2012
suicidi e morti da accertare nei sette istituti penali della regione marche dal 2002 al 2011 - oltre gli OPG
situazione socio sanitaria.ppt.pps
Presentazione Microsoft Power Point 219.0 KB
Download
MOZIONE AL PARLAMENTO ITALIANO SUL DIRITTO ALLO STUDIO DEI MINORI FIGLI DEI DETENUTI
mozione carrrescia.pdf
Documento Adobe Acrobat 551.9 KB


Download
SLIDE CONFERENZA STAMPA SITUAZIONI CARCERI NELLA REGIONE MARCHE
conferenza stampa carceri Def2_29 maggio
Documento Adobe Acrobat 1.1 MB
Download
SUICIDI E MORTI DA ACCERTARE NEGLI ISTITUTI PENALI DELLA REGIONE MARCHE DAL 2002 AL SETTEMBRE 2015
SUICIDI 2002-2015.odt
Open Office Writer 15.4 KB
Download
"OLTRE L'EMERGENZA
REPORT SULLA SITUAZIONE DEI PENITENZIARI MARCHIGIANI - ANCONA 30 OTTOBRE 2015
presentazione conferenza 30.10.pdf
Documento Adobe Acrobat 1.7 MB
Download
REPORT DEL GARANTE DEI DIRITTI DELLA REGIONE MARCHE PER L'ANNO 2015
CONFERENZA STAMPA DEL 30.3.2016 - SITUAZIONE DELLA GIUSTIZIA MINORILE E DEI DETENUTI NELLA REGIONE MARCHE
report garante 2015.pdf
Documento Adobe Acrobat 4.9 MB